venerdì 18 febbraio 2011

Il mondo come volontà e rappresentazione_Sapere e sentimento

Sapere significa in generale avere nel proprio spirito, per riprodurli a volontà, un buon numero di giudizi, il cui principio di conoscenza sia fuori dei giudizi stessi, i quali siano cioè giudizi veri. Soltanto la conoscenza astratta è, quindi, un sapere. Essendo esso condizionato dalla ragione, non possiamo dire in senso stretto, parlando degli animali, che essi siano in grado di sapere, nonostante posseggano la conoscenza intuitiva, la correlativa memoria e, quindi, anche la fantasia, come provano i loro sogni. Noi attribuiamo loro la coscienza; il cui concetto, sebbene la parola coscienza venga da scire, si confonde, per conseguenza, con quello di rappresentazione in generale. Così attribuiamo alla pianta la vita, ma non la coscienza. Sapere è, dunque, conoscere astrattamente: fissare in concetti di ragione quello che prima si conosceva generalmente.


Sotto questo punto di vista, il vero e proprio opposto del sapere è il sentimento, di cui dobbiamo qui parlare. Il concetto designato dalla parola sentimento ha un contenuto assolutamente negativo; significa, cioè, qualcosa di attualmente presente nella coscienza, ma che non è un concetto, non è una conseguenza astratta della ragione.
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Il sapere, il cui opposto contraddittorio è il concetto di sentimento, consiste, come ho già detto, nella conoscenza astratta, cioè nella conoscenza razionale. Peraltro, la ragione non presenta mai alla conoscenza se non quello che ha ricevuto per altra via, non allarga realmente il campo delle nostre conoscenze, ma si limita soltanto a dar loro un'altra forma. Ciò che noi conosciamo intuitivamente, in concreto, la ragione ce lo fa conoscere in via astratta e generale.


Ogni sicura conservazione delle nostre conoscenze, ogni loro comunicabilità, ogni sicura ed estesa possibilità di applicarle alla pratica, dipendono dall'essere tali conoscenze divenute un sapere, una conoscenza astratta. La conoscenza intuitiva non vale mai per il caso singolare, va sempre a ciò che è più vicino, senza mai fare un passo più in là, la sensibilità e l'intelletto non potendo realmente abbracciare che un oggetto alla volta. Ogni attività sostenuta, coerente, metodica non può procedere che da principi, cioè da un sapere astratto, e deve esserne diretta.
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Il sapere astratto, sebbene sia il riflesso della rappresentazione intuitiva su cui si fonda, pure non le si identifica fino al punto da poterla sostituire in tutto e per tutto; anzi, non le corrisponde mai esattamente. Ecco perché, come abbiamo visto, molte azione umane non possono eseguirsi che con l'aiuto della ragione e della riflessione, ma ce ne son anche di quelle che riescon meglio senza il suo intervento.




tratto da "Il mondo come volontà e rappresentazione"

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