giovedì 10 settembre 2015

ti penso

Charles Bukowski diceva " i miei pensieri sono le mie puttane"..e beh..non si sa come
né perché..ma spesso sembra che le persone vogliano fottersi le tue puttane, farsele di brutto,
senza neanche volerlo davvero..vogliono assaggiare le tue puttane senza neppure
assaporarle..sentirne il gusto..perché a volte ci sono puttane così amare che non vanno più
via dalla bocca..
Ed è semplicemente per questo che te le tieni in testa..
E non riesco nemmeno a fare quello del tutto, perchè i miei pensieri scendono sugli occhi e mi
rimangono lì, e i miei occhi sono così tristi, così pieni di pensieri che non sembrano neppure
i miei di occhi, i miei occhi sono così pieni di miei pensieri che sono la cosa che più sembra mia,
sono come i miei stessi pensieri, mi appartengono e non mi appartengono; me li sento rubare
ad ogni sguardo su di me e a volte neache il mio silenzio li riesce a trattenere.
Ed io sono stufa di essere guardata e di essere derubata perché le persone si fermano a vedere
i tuoi occhi e a domandarti cosa hai scappando via dalle risposte, stanno li a fissarti senza guardare
altro che se stessi, perchè tutto quello che puoi dire non ha alcun suono se non riflette
l'immagine di chi ti sta a guardare.
Io rifletto sempre su tutto, anche su quelle cose così irrazionali da non potersi spiegare altrimenti;
nella mia testa non c'è un attimo di silenzio, non vi è pace alcuna, ma, nonostante questo, non
avrei mai creduto che si potesse pensare a una persona ogni giorno della propria vita, ogni ora,
ogni minuto, sentirla in ogni attimo della propria vita e stare male perché in realtà non c'è più.
Non avrei creduto che per mesi, quasi tutte le notti, io l'avrei aspettata, che avrei sognato di
sperare di vederla, ma non riuscivo a toccarla neppure in un semplice banalissimo sogno, perchè
non c'era neppure lì.
Eppure è così, e stanotte per la prima volta dopo sette mesi di sogni a mani vuote, beh..tra le mie
braccia c'era lui..e sembrava così reale, così vero, che al risveglio mi è mancato ancora più di
prima, perché non c'era, perché sulle braccia non è rimasto il suo odore, perché la vita non
è fatta per sognare, perché bisogna rimanere svegli.
Amo il silenzio per sentire il suono delle sue risate, così forti, così piene di vita, proprio come
solo un bambino sa fare; eppure, anche se sono così coinvolgenti così vitali non mi fanno più
ridere e  si sciolgono violentemente in tante lacrime in troppa rabbia,
ma rimangono comunque, non spariscono..scorrono giù come macigni e feriscono tutto ciò che
trovano, ma non spariscono, perché sarebbe più distruttivo non sentirle più, sarebbe veramente
silenzioso il silenzio senza quelle risate, anche se ormai mi fanno soltanto piangere.
A volte quelle risate mi fanno così male che mi sento morire, sento che mi uccidono pian piano,
ma non posso fare a meno di ascoltarle perché le sue risate erano stupende ed era bellissimo
lui quando rideva, era sempre così contento di vedermi che mi metteva il sorriso sulle labbra
anche quando non sapevo più che fine avesse fatto, ed ora senza di lui sento di averlo perso,
perché quel sorriso, quel sorriso pieno di vita era soltanto nostro, quel sorriso eravamo noi,
e adesso sono e basta..lui è..non c'è nessun siamo..
Quel sorriso rimarrà sempre il nostro sorriso ed anche se ora scende dagli occhi e sa di dolore,
quel sorriso vivrà sempre e non ci sarà più, lo vedo ovunque e non è presente da nessuna parte,
perché esiste per me e ho bisogno che non vada via dalla mia testa, ho bisogno che non sparisca
dagli occhi, ho bisogno che non ci sia silenzio nel mio silenzio; ho bisogno di soffrire tanto
per ricordarmi di lui, perché non avrebbe avuto senso amarlo tanto se fosse stato semplice
dimenticarlo, perché non avrebbe avuto senso dargli tutto di me se non si fosse portato via
tutto andandomene..
C'è sempre chi guarderà le puttane dei miei occhi tristi e continuerà a dirmi che sto sbagliando,
che mi affosso nel mio dolore, che ci sono cose peggiori nella vita e che bisogna essere più
forti;e ammetterò qui che quelle persone mi mettono tristezza non la mia tristezza stessa.
Perché tutti sono giudici della vita degli altri, così bravi a sentenziare da non saper vedere
quanto sia misera la propria vita, da non rendersi conto che esistono fuggendo via,
così attaccati alla propria esistenza da non dare importanza a quella degli altri,
così terrorizzati dalla morte da non rendersi conto che all'improvviso noi tutti chiuderemo
gli occhi e torneremo cenere e nei loro non sarà rimasto niente, perché la gente
ha così paura del dolore da evitarlo in ogni modo, e scappando dal dolore si fugge via
dalla felicità, perché è il sorriso a diventare lacrima, perché la contentezza dura soltanto
un attimo e poi si trasforma in insoddisfazione, perché la gente non vuole mai davvero
qualcosa, perché le persone scelgono sempre la via più facile per evitare di inciampare
e si perdono passi che chissà dove l'avrebbero portate.
Perché tutti sono così spaventati dalla morte da non capire di quanto in realtà li terrorizzi
la vita ed è per questo che non la vivono; perché tutti la ritengono così preziosa, così
unica che nessuno le dà mai davvero un valore, nessuno le dà un senso, come se ci fosse
semplicemente dovuta.
A me non importa niente di questo; non ho mai seguito la via più semplice e sicuramente
non avrò quasi mai deciso la cosa giusta, ma ho scelto sempre col cuore perché è quello
che mi pulsa nel petto e mi fa sentire viva, anche quando la disperazione sembra che me lo
stia strappando via: io sento il mio cuore in quella presa e anche il dolore è un battito
di cuore, solo che fa più male.
Ed io voglio per me i miei pensieri, non voglio smettere di pensare; le persone prima o poi
diventano tutte un semplice ricordo, ed io non ho niente da toccare di suo, niente che
abbia il suo odore, niente che abbia il suo sapore, ma ho i miei pensieri.
E posso piangere e star male e continuerò a farlo perché la mia vita ha un senso e voglio
che ne continui a far parte, anche se non c'è più;  e, soprattutto, quando i miei occhi
si chiuderanno all'improvviso per sempre voglio che lui ci sia, ci sia in quel momento,
perché non c'è un sempre così vero come la morte.
E lo ricorderò così, non passerò il tempo ad immaginare il ragazzo e l'uomo che diventerà
perché lui sarà chi sarà e io non potrò saperlo.
Per me questo è importante, questo è ciò che voglio.
Non voglio la vita che gli altri ritengono giusta, non voglio fare ciò che tutti si aspettano, non voglio che nessuno decida per me. Voglio la vita il dolore e la felicità che io sento per me e non voglio che mi vengano portati via. E soprattutto non voglio essere come nessun altro; per quanto possa sembrare sbagliato, voglio poter essere me e sentire le risate nel mio silenzio, vedere il suo faccino nel buio, senza doverlo spiegare a qualcuno, perché quel suono, quell'immagine mi appartengono e sono stufa di dover ascoltare che starei meglio senza, perché nessuno capisce cosa significhi decidere di continuare a star male, perché nessuno riesce a capire che voglio che continui a far parte della mia vita e nei miei pensieri nei miei occhi io posso decidere che ci sia.
Perché nessuno capisce che significhi scegliere di amare o semplicemente perché si scelga di amare e non c'è cosa che faccia più male dell'amore, neppure il dolore stesso, ed io ho scelto di continuare ad amare.
E penso che le persone rubino dagli occhi degli altri perché non hanno niente, solo che
non sanno di rubarle, ed è così che li buttano via.
E possono fottersi le puttane degli altri, ma non le avranno mai..in fondo, sono pur sempre delle puttane..e quelle non appartengono a nessuno se non a sé.
Alterius non sit qui suus esse potest

lunedì 2 settembre 2013

Aforisma_Tania

Tuffandosi nel passato, si annega nel presente.

Tania

Aforisma_Tania

La solitudine mi rassicura : mi dà la sicurezza che almeno qualcuno ci sia.

Tania

Aforisma_Tania

Il primo ricordo sarà sempre l'ultimo da dimenticare.

Tania

Aforisma_Tania

Non so che peso abbiano i sogni : so soltanto che fa male sentirseli cadere addosso.

Tania

Autunno_Salvatore Quasimodo

Autunno mansueto, io mi posseggo

e piego alle tue acque a bermi il cielo,

fuga soave d'alberi e d'abissi.




Aspra pena del nascere


mi trova a te congiunto;


e in te mi schianto e risano:





povera cosa caduta


che la terra raccoglie.




Salvatore Quasimodo

Ed è subito sera_Salvatore Quasimodo

Ognuno sta solo sul cuor della terra

trafitto da un raggio di sole :

ed è subito sera.

Salvatore Quasimodo