domenica 20 marzo 2011

Il contratto sociale_Libro I

LIBRO I
........................Entro in argomento senza dimostrare l'importanza del mio tema. Mi si chiederà se sono principe o legislatore per scrivere di Politica. Rispondo che non lo sono, e che proprio per questo scrivo di Politica. Se fossi principe o legislatore, non perderei tempo a dire ciò che bisogna fare: lo farei, oppure starei zitto.
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L'uomo è nato libero e ovunque è in catene. C'è chi si crede padrone degli altri, e tuttavia è più schiavo di loro. Come  è avvenuto questo cambiamento? Lo ignoro. Che cosa può renderlo legittimo? Credo di poter risolvere questo problema.
Se prendessi in considerazione soltanto la forza e l'effetto che ne deriva, direi: finché un Popolo è costretto ad obbedire ed obbedisce, fa bene; non appena può scuotere il giogo e lo scuote, fa ancora meglio, perché, recuperando la propria libertà in virtù dello stesso diritto con cui altri gliel'hanno strappata, o ha ragione di riprendersela, o l'ha persa ingiustamente.
Ma l'ordine sociale è un diritto sacro, che serve da base a tutti gli altri. Però questo diritto non viene dalla natura; dunque si fonda su convenzioni. Si tratta di sapere quali siano queste convenzioni. 


tratto da "Il contratto sociale"

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