venerdì 28 gennaio 2011

Il mondo come volontà e rappresentazione - Il corpo

"Il corpo, dunque, viene qui considerato come oggetto immediato, cioè come la rappresentazione che serve al soggetto da punto di partenza per il conoscere: cioè come quella rappresentazione che precede, con le sue modificazioni immediatamente percepite, l'applicazione della legge di causalità, e le fornisce così i primi dati. Tutta l'essenza della materia consiste nella sua attività. Ora non esiste né effetto né causa se non per l'intelletto, che è il loro correlato soggettivo. Tuttavia, l'intelletto mai applicherebbe la sua attività, se non trovasse in qualcos'altro un punto di partenza. Questa cosa è la sensibilità, cioè l'immediata coscienza delle variazioni che si producono nel nostro corpo, e ne fanno un oggetto immediato. La possibilità di conoscenza del mondo esteriore esige, quindi, due condizioni: la prima, espressa in maniera oggettiva, è la facoltà che hanno i corpi di agire gli uni sugli altri, e di modificarsi reciprocamente: senza questa proprietà generale dei corpi, anche mediante l'intervento della sensibilità animale, non sarebbe possibile alcuna intuizione.
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La seconda condizione è la sensibilità dei corpi animali, o la proprietà che hanno certi corpi di essere oggetti immediati del soggetto. Le semplici modificazioni provate dagli organi dei sensi in virtù delle rispettive impressioni specifiche esterne posson esser già chiamate rappresentazioni, in quanto l'impressione non produce né dolore né piacere, non ha cioè un significato diretto per la volontà, e viene tuttavia percepita: e quindi non esiste che per la conoscenza. E tale è il senso in cui dico che il corpo è conosciuto immediatamente, cioè è oggetto immediato. Tuttavia, non bisogna qui prendere la parola oggetto nella sua più stretta accezione; poiché questa conoscenza immediata del corpo, anteriore ad ogni attività dell'intelletto, non è che pura sensazione, e, quindi, non ci fa ancora percepire come oggetto il corpo in se stesso, ma soltanto i corpi che agiscono su di esso.
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Per conseguenza, la forma del nostro corpo non ci è punto rivelata dalla semplice sensibilità generale, ma soltanto in virtù della conoscenza, soltanto nella rappresentazione, soltanto nel cervello il nostro corpo appare come qualcosa di esteso, di articolato, di organico; colui che nasce cieco non acquista tale rappresentazione che a poco a poco, mediante i dati della sensazione tattile; un cieco che non avesse mani non potrebbe mai conoscere la forma del suo corpo; tutt'al più arriverebbe a dedurla e costruirla a poco a poco, in seguito all'azione degli altri corpi sul suo. Quando, dunque, chiamiamo il corpo oggetto immediato, non bisogna assolutamente dimenticare questa restrizione."


Tratto da "Il mondo come volontà e rappresentazione"

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